Negli ultimi anni, il panorama internazionale è stato caratterizzato da una crescente instabilità geopolitica e da cambiamenti nelle politiche commerciali di numerosi Paesi.
Una accelerazione, nel corso del 2025, è stata impressa dalla politica ondivaga della Amministrazione USA promossa dal Presidente Trump, con l’introduzione di nuovi dazi e misure protezionistiche che hanno inevitabilmente influenzato la competitività dell’export italiano.
Ad oggi, dopo quello che sembra un accordo definito fra UE ed USA, la tariffa media americana (fonte Yale) sull’import generale di beni si attesta intorno al 20%.
Manca ancora certezza su alcune categorie di beni e servizi mentre le Dogane USA stanno applicando in modo surrettizio alcuni dazi aggiuntivi sui componenti, soprattutto metallici.
Peraltro, si è in attesa dei pronunciamenti finali da parte delle Corti di Giustizia USA sulla liceità della politica finora adottata dal Presidente.
In ogni caso, le imprese, dinanzi a queste nuove sfide, si sono trovate a dover ripensare strategie e modelli di business, investendo in innovazione, digitalizzazione e diversificazione dei mercati di sbocco.
Allo stesso tempo, le istituzioni italiane hanno rafforzato gli strumenti di sostegno, ampliando l’accesso a finanziamenti mirati, consulenza specializzata e programmi di internazionalizzazione. In questo contesto, la sinergia tra pubblico e privato si rivela fondamentale per garantire la resilienza e la crescita delle aziende italiane sui mercati globali.
Questa situazione ha stimolato una maggiore attenzione verso le opportunità offerte dagli accordi di libero scambio con altre aree economiche emergenti, come i Paesi del Sud-Est asiatico, del Mercosur e dell’Africa subsahariana, che presentano una crescita sostenuta della domanda interna.
Parallelamente, sono stati rafforzati i servizi di consulenza legale e fiscale per assistere le imprese nell’adeguamento alle nuove normative doganali, nell’individuazione di canali alternativi di esportazione, nella fruizione degli strumenti finanziari ed assicurativi messi a disposizione dal Sistema Pubblico, sotto la regia del MAECI e del MEF.
Un ruolo ancora più centrale, quindi, è stato assunto anche dagli strumenti pubblici di sostegno all’internazionalizzazione: SIMEST e SACE hanno infatti ampliato le linee di finanziamento agevolato e le coperture assicurative contro i rischi politici e commerciali, facilitando così l’accesso ai mercati più complessi.
Le Camere di Commercio e le agenzie regionali hanno incrementato i programmi di formazione e aggiornamento, promuovendo percorsi di sviluppo manageriale e digitalizzazione dedicati all’export.
Tutto ciò ha contribuito a rafforzare la resilienza delle imprese italiane, che oggi affrontano i mercati esteri con maggiore consapevolezza strategica, valorizzando le filiere corte, la qualità della produzione e la flessibilità organizzativa, elementi chiave per mantenere la competitività in uno scenario globale in costante evoluzione.
Ne consegue che, tenuto conto della insufficienza del mercato interno a soddisfare l’offerta di beni e servizi, l’espansione verso i mercati esteri e l’utilizzo del supporto pubblico offerto dalle Istituzioni nazionali divengono sempre più cruciali per assecondare la spinta evolutiva del sistema Italia.
In particolare, con le nuove misure introdotte da SIMEST fra marzo e agosto 2025, le imprese – anche non ancora esportatrici – possono usufruire di strumenti potenziati e fortemente agevolati per avviare o potenziare la loro proiezione sui mercati esteri considerati prioritari (Africa, Balcani, America Centrale e Meridionale, India).
Gli strumenti sono quelli già noti, dal supporto alla partecipazione a Fiere ed Eventi internazionali, all’apertura di strutture di presidio commerciale nelle aree identificate, alla ricerca di nuove opportunità di business, alle strutture di e-commerce, ad investimenti per la transizione digitale ed ecologica nell’impresa richiedente, all’utilizzo di Temporary Manager ed all’ottenimento di certificazioni e consulenze professionali.
I fondi gestiti da Simest, a valere su Fondo 394, potranno, quindi, essere utilizzati non solo per il rafforzamento patrimoniale dell’impresa italiana ma anche per incrementi di capitale sociale e finanziamenti soci alle società controllate costituite nei Paesi di destinazione.
Altre tipologie di spese ammissibili saranno le spese per contratti di lavoro destinati all’inserimento in azienda del personale locale.
Il primo pilastro geografico, che si aggiunge all’esistente Balcani, è formato da due nuovi plafond (da 200 e 300 milioni di euro) per finanziare la competitività delle imprese che intendono investire in America Centrale o Meridionale così come supportare l’ulteriore sviluppo delle aziende che hanno già interessi in quei Paesi.
Un secondo intervento riguarda, poi, l’estensione dell’operatività della misura Africa, anche alle imprese non esportatrici che intendono investire in Africa.
Da ieri, 16 settembre, si aggiungono misure di incentivo specifico per le imprese italiane che vorranno affrontare il mercato dell’India, con un plafond dedicato di 200 milioni di euro di finanza agevolata ed ulteriori 300 milioni di euro a supporto dell’export di macchinari ed impianti.
La disponibilità complessiva di fondi, attualmente, supera il miliardo di euro mentre le caratteristiche specifiche delle misure in favore delle aree geografiche suindicate prevedono:
- Tasso fisso agevolato (ad oggi 0,321%)
- Quota a fondo perduto del 10% che sale al 20% per le imprese con sede operativa al Sud, startup innovative, PMI innovative (nei limiti del plafond de minimis)
- Durata 6 anni
- Possibilità di chiedere l’esenzione dalle garanzie a presidio del finanziamento
L’ampliamento e le innovazioni introdotte sugli strumenti di finanza agevolata si inseriscono nel quadro del Piano d’Azione per l’Export promosso dalla Farnesina, che mira a rafforzare in maniera strutturale la capacità delle imprese italiane di accedere e consolidarsi nei mercati internazionali a più alto potenziale.
Il quadro complessivo dell’economia globale impone di rivolgere lo sguardo sui mercati internazionali non solo per far crescere le aziende italiane ma anche per garantirne la competitività e le prospettive di mercato.
A questo si aggiungono strumenti pubblici di sostegno profondamente innovati e capaci di supportare le imprese in tutte le fasi della loro proiezione internazionale.
La presenza di professionisti qualificati completa l’offerta e garantisce all’impresa il pieno supporto nella sua azione di crescita.
Francesco Tilli